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Come difenderci dai piccoli disturbi legati all’attività professionale

Come difenderci dai piccoli disturbi legati all’attività professionale?

Mal di schiena, cervicale, occhi arrossati. E stress, nervosismo, ansia. Chiunque frequenti un ufficio, o un qualunque posto di lavoro, da semplice impiegato a grande manager, è stato almeno una volta vittima di qualcuno di questi disturbi. Alcuni accorgimenti però aiutano, se non ad evitarli, almeno a ridurne la frequenza.

Per quanto riguarda le sedie?

Una buona sedia per ufficio deve sostenere la schiena, non deve ostacolare la circolazione delle gambe, deve consentire di mantenere e di cambiare posizione senza difficoltà. La coscia e la gamba, nello stare seduti, dovrebbero formare un angolo di 90 gradi così come il braccio e l’avambraccio. La regione lombare dovrebbe essere sostenuta da uno schienale e le gambe dovrebbero avere libertà di movimento. Una postura scorretta a lungo termine comporta infatti dolore e infiammazioni, soprattutto a carico della cervicale, delle spalle e delle gambe.

Le superfici di contatto (tessuto, pelle…) delle poltrone ufficio dovrebbero sempre essere permeabili. Infine una buona sedia da scrivania deve essere antiribaltamento: il piede deve avere 5 razze lunghe abbastanza da superare i bordi del ripiano del sedile. In termini più tecnici: il poligono di appoggio deve essere più grande della superficie della seduta.

Si può parlare di ‘clima’ ottimale per un ufficio?

Durante l’inverno la temperatura di un ufficio non dovrebbe essere superiore a 18 gradi e d’estate mai inferiore di oltre 7 gradi centigradi a quella esterna. Le finestre dovrebbero essere apribili per consentire ricambi d’aria, fondamentali per l’abbattimento della carica microbica degli spazi comuni e per consentire un corretto grado di umidità. Gli impianti di climatizzazione dovrebbero consentire almeno un ricambio di aria esterna ogni ora.

Il rumore dovrebbe inoltre essere minimo per non disturbare il lavoro e provocare stress: le stampanti ad aghi di vecchia generazione, se ancora utilizzate, andrebbero riunite in un piccolo ambiente a parte. L’eventuale rumore proveniente dall’esterno andrebbe limitato con doppi vetri alle finestre.

Ma per quanto accorto, il controllo dei parametri fisici non è sufficiente a rendere ottimale il “clima” di un posto di lavoro: oltre che di aria, silenzio e di un giusto grado di umidità, i dipendenti hanno bisogno di buoni rapporti interpersonali e di un carico di impegni adeguato. In una parola di una buona organizzazione del lavoro e delle risorse umane.