Molti appalti pubblici usano la formula del massimo ribasso portando così a forme di sfruttamento del personale ed a usare materiali scadenti ed a qualsiasi forma di risparmio.
Le aste al ribasso mi ricordano molto le macchinette mangiasoldi dei bar. Lo sventurato di turno ci mette qualche euro sperando di portarsi a casa un discreto gruzzolo ma alla fine del gioco si ritrova più leggero di prima… 🙂
Guardate questa fornitura fatta qualche anno fa ad un ente nella zona di Ascoli Piceno: la scrivania flette… forse un po’ troppo
Il vero problema forse non è l’appalto al massimo ribasso, ma la mancanza di veri controlli tecnici da parte degli uffici pubblici comunali, provinciali, regionali. Penso comunque che la formula del massimo ribasso sia da cancellare, anche proprio come concetto (è infatti ‘ribasso’ in tutti i sensi, anche e soprattutto qualitativo delle opere e quindi cosa anti-economica… e poi può significare lavoro in nero, sfruttamento, inadempienze intorno la sicurezza sul lavoro….) e sostituito da un nuovo concetto, un modo diverso e più naturalmente adeguato di intendere l’ appalto e il suo costo.
Purtroppo viviamo in un paese dove la corruzione è altamente diffusa, tanto che nelle classifiche mondiali siamo molto lontani dai primi…
Che fare??
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