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Un viaggio tra design e artigianalità: l’esperienza La Mercanti

Entrare nel mondo di La Mercanti (https://www.lamercanti.it) non è semplicemente navigare un sito web: è come passeggiare in un salone del mobile senza confini, dove ogni clic apre le porte a un nuovo ambiente, un nuovo stile, una nuova idea di spazio. Qui, l’ufficio non è solo un luogo di lavoro, ma un palcoscenico in cui design, funzionalità ed eleganza si incontrano.

I tavoli da ufficio per top manager, direttori, avvocati e professionisti di alto livello non sono semplici superfici di lavoro. Sono centrotavola di conversazioni importanti, decisioni strategiche e momenti che definiscono carriere. Ogni modello racconta una storia: quella di un designer, di un brand, di una tradizione artigianale che affonda le radici nel cuore dell’Italia.

Sfogliando le pagine del sito, si incontra un’ampia selezione di arredi Made in Italy, autentici e originali. Non si tratta di semplici mobili, ma di vere e proprie opere d’arte funzionali. Scrivanie direzionali in legno pregiato, tavoli riunione dalle linee essenziali, poltrone ergonomiche rivestite in pelle, pareti divisorie che ridefiniscono gli spazi senza sacrificarne la luce: ogni elemento è pensato per coniugare estetica e comfort, stile e durata.

Visitare questo showroom virtuale significa poter scegliere liberamente tra marchi rinomati e designer di fama internazionale. È un percorso personalizzato, in cui il colore, la finitura e il layout non sono dettagli marginali, ma strumenti per dare forma a un’idea precisa di ambiente professionale.

La sensazione è quella di muoversi tra stand espositivi: un luogo in cui il legno incontra il metallo, il vetro dialoga con il tessuto, e la luce diventa parte integrante dell’arredo. Ogni proposta sembra pensata per trasformare lo spazio di lavoro in un’estensione della personalità di chi lo vive.

Non importa se si sta arredando una sala riunioni, un ufficio direzionale o un intero studio legale: l’esperienza offerta da La Mercanti permette di immaginare, progettare e realizzare ambienti che trasmettono professionalità e prestigio, senza mai rinunciare al comfort quotidiano.

E così, mentre ci si perde tra forme, texture e colori, ci si rende conto che scegliere i mobili giusti non è solo una questione di estetica: è una dichiarazione d’intenti. Perché negli spazi in cui passiamo gran parte delle nostre giornate, ogni dettaglio conta.

Tecnologia, silenziosamente integrata

C’è stato un tempo in cui le scrivanie direzionali erano monumenti: solide, visibili, dominanti. Poi sono cambiati gli strumenti della leadership — dal telefono allo schermo, dagli scaffali ai server — e con loro il modo di progettare gli arredi che li accolgono. Oggi una scrivania deve fare più che “apparire” composta: deve comportarsi in modo composto. Nel mondo dello Smart Office, questo comportamento è silenzioso, continuo, quasi invisibile.

Eleganza che non chiede permesso

Sedersi a una scrivania con tecnologia integrata significa scoprire che l’eleganza non ha bisogno di istruzioni. Nessuna luce lampeggiante, niente cavi in vista. Solo una superficie pulita, un pulsante tattile sotto il piano e un bagliore LED morbido che compare solo quando serve. Porte, pad di ricarica, speaker, sensori: non sono semplicemente nascosti, sono assorbiti nel progetto.

Questa non è gadgettistica. È discrezione.

Perché l’integrazione conta

Da Chicago a Palo Alto, cresce la domanda di scrivanie high-end con integrazione tecnologica. Non perché la tecnologia sia una novità, ma perché la presenza è fragile: ogni distrazione pesa. Un cavo che si attorciglia, una porta fuori portata, una luce troppo fredda. Sono micro-interruzioni che il buon design elimina.

La risposta italiana: Uffix e Bralco con La Mercanti

Ne La Mercanti collaboriamo con marchi internazionali che conoscono la differenza tra “aggiungere” e integrare. Uffix e Bralco non montano accessori: progettano scrivanie direzionali con tecnologia integrata che sostengono la concentrazione.

  • Porta USB-C incassata a filo bordo.
  • Cassetti con ricarica wireless: non come optional, ma come dato di fatto.
  • Illuminazione adattiva alle condizioni ambientali.
    Tutto è nascosto, tutto è intuitivo.

Un nuovo standard di lavoro: innovazione invisibile

Quando un cliente si siede, nulla dovrebbe ricordargli che ci sono macchine al suo servizio. Deve percepire solo prontezza. La stanza è quieta, il piano è libero e, intanto, lo smartphone si ricarica, il tablet si sincronizza, il laptop dialoga con un hub occultato dietro il pannello. È Innovazione Invisibile: il nuovo standard del workspace contemporaneo.

Non tutti lo offrono. Alcuni brand americani confondono ancora “smart” con rumoroso: pannelli LED ovunque, schermi nel piano, gesti esagerati. Chi cerca scrivanie direzionali di lusso con tecnologia integrata preferisce una fiducia più sottile. È qui che il design italiano eccelle.

Funzioni che contano davvero

Nel nuovo ritmo della direzione, i meeting corrono. L’ibrido impone adattamento continuo. La scrivania deve stare al passo:

  • Regolazione in altezza automatica con memorie di posizione.
  • Prese elettriche che accolgono standard USA e internazionali.
  • Gestione cavi intelligente che libera lo spazio visivo e mentale.

Oltre l’ovvio

Alcuni clienti La Mercanti chiedono oggi cassetti biometrici, aree NFC per autenticare documenti, canaline evolute per la cablatura. Non li consideriamo trend passeggeri: sono la grammatica di uno spazio che parla meno e rende di più.

“Smart” non significa complicato. Significa silenzio operativo: anticipare i bisogni prima che vengano espressi. Creare un ambiente che risponde alla presenza, invita all’interazione, non chiede istruzioni.

Integrare non è impressionare. È scomparire.

Come scegliere la scrivania giusta per il tuo ufficio: dimensioni, ergonomia e stile

Quando si sceglie una scrivania per l’ufficio, non basta guardare al design. Le esigenze ergonomiche, funzionali e dimensionali devono essere al centro della scelta. Che tu stia arredando un ufficio direzionale, operativo o uno studio professionale, trovare la scrivania giusta è una decisione strategica.


1. Quanto deve essere grande una scrivania da ufficio?

Le dimensioni minime consigliate sono:

  • Operativo: almeno 120×80 cm
  • Direzionale: da 180×90 cm in su
  • Con ritorno (L-shaped): aggiunta laterale da 100–120 cm

Una regola utile: considera 80 cm di spazio libero tra ogni persona in ambienti condivisi (es. sale riunioni).


2. Altezza ideale e regolazioni

L’altezza standard è 72–75 cm, ma per una corretta ergonomia:

  • La scrivania dovrebbe permettere di tenere gomiti a 90°
  • Esistono modelli regolabili elettricamente (sit-stand) per favorire il benessere

Consiglio: abbinala a una sedia ergonomica certificata EN1335 o equivalente.


3. Scrivanie con contenitori integrati: sì o no?

Le scrivanie moderne offrono:

  • Mobiletti integrati (cassettiera o contenitori laterali)
  • Soluzioni con top flottante per cablaggio invisibile
  • Moduli di archiviazione che si coordinano con lo stile del desk

4. Design e materiali: sobrio, tecnico o di rappresentanza?

Scegli lo stile in base al tuo ruolo e contesto:

  • Legno + pelle per studi legali e direzionali
  • Laccati opachi o metallo per uffici architetti, consulenti, studi creativi
  • Vetro e alluminio per ambienti hi-tech e trasparenti

Colori neutri come antracite, bianco seta e noce americano sono attualmente tra i più richiesti.


5. Errori da evitare

  • Acquistare senza misurare l’ambiente (porte, passaggi, finestre)
  • Ignorare le esigenze di cablaggio (prese, PC, docking station)
  • Sottovalutare l’importanza della proporzione tra arredo e spazio disponibile

Conclusione: un investimento che dura nel tempo

Una scrivania professionale ben scelta dura anni e migliora produttività, comfort e immagine. Sul nostro sito La Mercanti trovi consulenza gratuita e collezioni per ogni esigenza: da quelle compatte per smart working alle composizioni modulari per uffici aziendali.

2024: nuovo anno e nuova concezione dell’ambiente lavorativo

Il panorama del mondo dell’ufficio e del design è in continua evoluzione; nascono nuove esigenze e di conseguenza le novità  nel settore sono costanti. Ecco che all’orizzonte si intravedono spazi ufficio differenti e in trasformazione perenne. Colore, luce naturale, arredi ufficio confortevoli e di design, centralizzazione dell’individuo: sono le nuove key words delle aziende al passo con l’era moderna.

Siamo solo all’inizio del 2024 e negli uffici diventa prioritaria la realizzazione di spazi dedicati alla collaborazione e alla creatività  condivisa: aree relax e open space con arredi specifici: tavoli regolabili in altezza, sedute per ufficio operative ergonomiche, pannelli acustici fonoassorbenti per ridurre al massimo l’inquinamento acustico, pareti divisorie ufficio in vetro, divanetti e poltroncine. Allo stesso tempo non mancano ambienti silenziosi e tranquilli in cui potersi concentrare in silenzio con postazioni attrezzate e sedute confortevoli.

All’equilibrio lavorativo e all’attenzione spesso aiutano anche i colori delle pareti, degli arredi e degli oggetti presenti. Il colore dell’anno per gli arredi da interno, è il Peach Fuzz, una tonalità  calda tra il rosa e l’arancione che riflette il desiderio di benessere, integrazione e condivisione. È il colore ideale per ambienti di lavoro che favoriscono sia la socializzazione sia la concentrazione.

Quest’anno infatti la tendenza è quella di rendere l’ambiente lavorativo un luogo piacevole, dove trarre ispirazione. Ecco allora che il colore, l’illuminazione, la temperatura e le finiture degli arredi assumono non poca rilevanza.

Altrettanto rilevante è la realizzazione di layout versatili, che propongono soluzioni modulari, permettendo di personalizzare i luoghi a seconda delle esigenze. Le aziende più grandi, che non hanno problemi di spazio, stanno creando aree dedicate alle necessità  dei lavoratori: doposcuola, servizi di babysitter, asili nido, palestre, aree relax e molto altro.

L’individuo è totalmente al centro dello spazio lavorativo che ruota intorno alle sue esigenze. Per l’azienda moderna è infatti fondamentale non solo attirare talenti che possano creare produttività , ma anche trattenerli. Affinché questo avvenga è fondamentale garantire un clima aziendale positivo, dove le persone si possano sentire soddisfatte e sicure, un luogo che permetta loro di crescere professionalmente, anche attraverso corsi finalizzati alla formazione e alla specializzazione di ciascuno.

“Feeling as a busy been” La sindrome dell’ape indaffarata: produce dipendenza, leggere attentamente le controindicazioni.

Eccoci qua, in fila indiana verso le nostre postazioni di lavoro, pinne ed occhiali appese al chiodo restano nelle foto estive lasciando spazio a zaino, pc, meeting e ritmo scolastico. Ri-indossiamo gli abiti da trasformisti lavoratori, genitori, sportivi, creativi appassionati e viveur. In questo carosello di doveri, impegni e responsabilità , spesso la nostra identità  professionale coincide con quella personale e la ragione è presto detta: perchè trascorriamo molto tempo a lavoro che delinea e potenzia la nostra efficacia personale ma soprattutto è (Spoiler Alert!!!) STRUMENTO per vivere e sostentarci.

Portiamo nel nostro zainetto oltre snack salutari e cuffiette, i bias della società  capitalista in base ai quali è difficile dissociare il concetto di lavoro da quello di produttività  e sacrificio, figuriamoci sostituirlo tout court con quello di lavoro-riposo-maggior efficienza. Eppure questo è uno dei purpose di Trainect Wellbeing che si potrebbe immaginare coraggiosa come “La libertà  che guida il popolo” di Delacroix nel diffondere la psicologia e la cultura del benessere; su questa falsariga appare dunque intraprendente la società  internazionale di consulenza manageriale “Mckinsey & Company” che ha fornito un report relativo ai costi aziendali sostenendo quanto un dipendente riposato possa essere più performante, affermando inoltre ironicamente che “chi dorme piglia pesci e acquista la leadership”: un azzardo? O una visione non miope di quanto il riposo anche e soprattutto a lavoro, unitamente ad orari flessibili, possa essere la svolta per un worklife-balance decisamente più sano e sostenibile?

Fornisco a supporto i dati dell’Istituto Superiore della Sanità , il quale ha stimato che in Italia il deficit di sonno fa perdere la produttività  alle aziende fino a 5 miliardi di euro l’anno, una percentuale che corrisponde allo 0,5% del Pil.

E allora come destigmatizzare la cultura del riposo senza passare per fannulloni? In maniera preventiva e continuativa: “make sure to rest, before you really need to”, lavorando per priorità , agevolando lo smart working, incrementando le pause, provando ad adottare soluzioni come “power nap o nap room” attraverso cui favorire il riposo, preferibilmente tra le 13 e le 15 e di una durata variabile tra i 20 e i 30 minuti: è stato dimostrato infatti, che il power-nap può costituire una sorta di booster di energia migliorando le attività  dell’emisfero destro e la creatività .

A fare da contraltare a tale contesto si insinuano il workaholism, la concezione lavorocentrica della vita, il burn out e di conseguenza, il muoversi come equilibristi ubriachi tra attività  lavorativa, passioni e doveri, dando vita a stuntman multitasking. Termine quest’ultimo che deriva dall’informatica: ma noi nn siamo laptop, non funzioniamo, non siamo macchine, non produciamo; ciò che ci caratterizza è l ‘intenzionalità , pensare, scegliere, decidere. Lavorare in “urgenza” è una trappola, un’illusione, non tutto può essere urgente, non tutto può essere prioritario. Prioritizzare rende più consapevoli e migliora l’efficienza, tuttavia, ciò è possibile quando esiste alla base una cultura del benessere aziendale. L’azienda non è un’entità  generica ma una somma di individui, quindi è necessario che quel CEO, titolare, responsabile applichi la lente della “People center” e solo mettendo davvero le persone al centro con i loro bisogni, comprendendo la risonanza emotiva che il giusto ritmo lavorativo ha nelle loro vite, si attuerà  la vera trasformazione, passo dopo passo.

Ed eccoci allora al giro di boa che porta con sé presa di coscienza e mea culpa: siamo sempre  pronti ad accogliere neologismi inglesi per rendere più sofisticata e accattivante la qualunque iniziativa:dimostriamoci altrettanto accoglienti verso quelle iniziative che potrebbero sembrare strane sì, ma forse necessarie, proviamo ad accogliere quelle soluzioni “coraggiose” che caratterizzano aziende leader come Google, Zappos, Cisco, P&G…iniziando certamente dal piccolo perché l’ispirazione a certi archetipi lavorativi fa tutta la differenza del mondo.

Sì, ma partendo da cosa?

Ripristiniamo le priorità : trattare il lavoro come UNO STRUMENTO per comprare il tempo libero, non è meno nobile, ma forse più sano. Lavorare con, e per chi ha piena cognizione di questa verità , non è fortuna, bensì la nuova rivoluzione, di cui Delacroix (davvero!) ne farebbe uno stendardo e magari, quella Libertà  che corre frettolosa, la dipingerebbe più rilassata.

È curiosa l’espressione inglese “Busy as a been” indaffarata come un’ape…con tutto il rispetto per l’ecosistema, a me le api sono sempre state poco simpatiche, tuttavia le riconosco come fondatrici del lavoro di squadra, dell’organizzazione e del focus sugli obiettivi. Prendiamo in prestito da loro questi principi, perchè un buon lavoro corale ci rende meno indaffarati ma più presenti e attivi nel nostro umano ecosistema.

fonte
Dott.ssa Marika Lupi

L’eleganza e l’eccellenza italiana di Mascheroni nella villa più grande e lussuosa della Gran Bretagna

Il “made in Italy” è certamente la caratteristica trionfante dell’imponente e lussuosa villa di Updown Court, costruita in Gran Bretagna, nel villaggio di Windlesham nel Surrey, in Inghilterra.
Con centocinque locali, è più grande di Buckingham Palace; è circondata da 230.000 metri quadrati di giardini e boschi, cinque piscine, un campo da squash, uno da tennis e una cantina. All’interno ci sono centotre stanze, di cui ventiquattro camere da letto, ognuna delle quali con un bagno privato, otto suites e un attico con due appartamenti separati. Non mancano poi: una sauna, una palestra, un campo da calcio al coperto e un cortile equestre con relative scuderie.

Updown Court è davvero il trionfo dell’italianità . Per la sua costruzione sono stati utilizzati oltre trenta diversi tipi di marmo italiano: «Abbiamo fatto tutto noi: dalle fondamenta al tetto» proclama orgoglioso Egidio Palumbo, impresario edile di Latina che vive e opera a Londra dal 1996 e che si è occupato del cantiere. Anche il proprietario, Leslie Allen-Vercoe conferma: «Qui viene tutto dall’Italia: per due anni ci sono arrivati due o tre camion pieni di materiale alla settimana».
I lavori iniziarono nel 1998. In principio c’erano ventiquattro operai italiani che pian piano diventarono una sessantina tra carpentieri, ferraioli e marmisti. Durante i lavori al cantiere venne anche allestita una mensa nel parco, con un cuoco naturalmente italiano.

Nel tempio dell’italianità , non potevano naturalmente mancare gli arredi artigianali e lussuosi del brand Mascheroni, un marchio conosciuto in tutto il mondo per l’alta qualità  dei suoi imbottiti. Mascheroni ha partecipato arredando l’home theatre presente a Updown Court con circa cinquanta poltrone da cinema modello Hollywood e con uffici, tavoli conferenza e poltrone da conferenza.

La poltrona Hollywood, il cui nome fa riferimento al quartiere di Los Angeles tempio del cinema, è una seduta versatile, funzionale e molto elegante pur essendo semplice e lineare. Rivestita in pelle di qualità  superiore, ha un meccanismo che consente di ottenere la posizione desiderata attraverso un pulsante che permette di reclinare lo schienale e al contempo alzare la pediera. La struttura è in legno massello e metallo e l’imbottitura è in gomma indeformabile. Ogni poltrona, completamente artigianale, è contrassegnata da una piastra incisa “Mascheroni srl made in Italy” che ne certifica l’autenticità , dato che è ancora uno dei pochi brand che dirige e controlla direttamente l’intero ciclo produttivo, assicurando assoluta qualità  in ogni sua fase, dalla selezione delle materie prime, alla produzione, fino ai servizi personalizzati.

Coworking: un nuovo modo di concepire lo spazio lavorativo

Con la sharing economy, ovvero l’economia della condivisione, prende piede il coworking: lo spazio di lavoro condiviso dove beni , servizi e aree lavorative vengono messi a disposizione di vari professionisti, freelance e aziende. Un nuovo modo per far entrare in contatto realtà  e luoghi in cui convergono competenze e talenti.

Il primo coworking fu aperto nel 2005 a San Francisco da un ingegnere informatico americano, Brad Neuberg, il quale cercava il modo per essere indipendente, pur lavorando in uno spazio in cui avesse tutte le comodità  presenti in un ufficio. Da questo momento il coworking si diffuse molto negli Stati Uniti e anche in Europa. In Italia ha iniziato a diffondersi nel 2008 nelle grandi capitali e nel 2021 si contavano 779 spazi di coworking su tutto il territorio nazionale.

Ma quali sono i reali vantaggi del coworking? Sicuramente c’è un contenimento delle spese; affittare una scrivania in un coworking è decisamente più economico che affittare un intero ufficio in città . Inoltre, questo modo di lavorare da remoto, consente di trovare nuovi collaboratori e di unire varie sinergie e quindi diverse idee e progetti aumentando la produttività  ed evitando l’isolamento del telelavoro a casa.

Scegliere di lavorare insieme, seppur portando avanti un’attività  indipendente, comporta il pensare l’ufficio e l’arredo ufficio in maniera strutturata e organizzata così da condividere tanto l’ambiente lavorativo, quanto le idee di persone che non fanno parte della stessa azienda. Trovare uno spazio di lavoro confortevole, con arredi ergonomici e attrezzature professionali, che rispondono alle diverse necessità  lavorative, invoglierà  il libero professionista a tornare più volte.

Un ufficio coworking richiede l’open space, scrivanie modulabili e multipostazione, sedute ergonomiche e che ben si adattano a diverse corporature, connessione Internet, attrezzature quali telefoni, stampanti  e computer; sala riunioni, area break e aria condizionata.

Arper per esempio, ha contribuito con energia e innovazione, ad arredare il Palazzo della Luce a Treviso; un elegante edificio storico che risale al 1500, restaurato sia all’esterno, mantenendo la sua storia, sia nei tre piani interni dove oggi ospita uffici, eventi e progetti. Al suo interno, infatti, c’è uno spazio dedicato al coworking dove imprese, manager, gruppi di studio e professionisti, non rinunciando alla propria privacy, godono di spazi che favoriscono la collaborazione e il confronto.

I materiali e gli arredi sono stati scelti con cura per veicolare il più possibile il messaggio che il coworking vuole far emergere. Sedute, divani e tavoli Arper hanno arredato gli spazi individuali, le zone meeting e le aree relax con sostenibilità  e un design totalmente made in Italy.

Arredi ufficio, colori e materiali: le tendenze del 2023

Per l’arredo ufficio il 2023 è all’insegna di alcune parole chiave: essenzialità , ordine, eleganza, innovazione e comodità . Il design richiede spazi puliti, armonia ed equilibrio.

Gli ambienti sono progettati per dare un senso di libertà , comodità  e creatività , con spazi più ariosi e multifunzionali e gli arredi, quali divani, scrivanie e librerie, hanno forme morbide e sinuose.

Nelle aree di lavoro è di forte tendenza lo stile Scandinavo che risponde perfettamente alla necessità  di comfort e funzionalità  richiesta. Tale stile è alla ricerca di mobili dalle linee pulite nelle geometrie, essenziali e che permettano la collaborazione tra gli ambienti di lavoro.

Fondamentale è la divisione degli spazi dell’open office. Entrando in un ufficio, infatti, è necessario capire immediatamente quali sono le zone dedicate alla socializzazione e al relax rispetto a quelle idonee al lavoro individuale. Questa progettazione inclusiva dà  molta importanza anche alla luce, la quale  deve essere il più possibile naturale o equiparata alla stessa.

Dunque lo stile “minimal” è la tendenza di arredamento per eccellenza del 2023. Uno stile rigoroso senza decorazioni superflue, che predilige mobili pratici, sobri e trasversali dal design ricercato, disposti secondo un ordine chiaro, per lasciare libertà  di movimento e conferire ampio respiro al contesto. Il motto “less is more” trionfa negli spazi ufficio così come negli spazi della casa.

Anche i colori danno spazio alla freschezza e alla dinamicità , per creare ambienti positivi e pieni di vitalità . Tra i colori più in voga ci sono i blu e i verdi, che si ispirano alla natura, o sfumature color terra per creare uno stile più ricercato e inusuale. Colori caldi e colori freddi creano dunque giochi di tono che non stancano mai. Tinte neutre, nette e contrastanti, in gradazioni che permettano di aumentare la luminosità  dei locali, mettendo in risalto gli arredi.

Per quanto riguarda i materiali, quelli maggiormente in voga quest’anno, sono il marmo, il metallo e il vetro che garantiscono luminosità  e soprattutto un’eleganza senza tempo.

Naturalmente continua ad essere di estrema importanza, nell’arredo del 2023, la qualità  e la sostenibilità  dei materiali. Si fa largo uso di materiali riciclati e vintage e si segue il principio delle tre R: Riduci, Riutilizza, Ricicla, soprattutto nei metodi di produzione degli arredi, i quali dovranno risultare sostenibili, etici e certificati.